mercoledì 6 novembre 2013

Il Professor Sartori, Luigi XVI, la Casta e l'infame Articolo 67 della Costituzione



La casta ha paura, e si vede. 

Oggi il professor Giovanni Sartori pubblica un suo articolo per il "Corriere della Sera" dove difende a spada tratta il vergognoso articolo 67 della costituzione, quello strumento segreto del potere della casta e ancora di salvezza per la plutocrazia, definito da Beppe Grillo sul suo blog un mezzo per la circonvenzione di elettore.

Che il professore fosse un aristocratico contrario alla Democrazia Diretta si sapeva. Ma stavolta l'eminente costituzionalista arriva ad affermare che tutti gli eletti in parlamento del M5S dovrebbero decadere immediatamente da parlamentari in quanto avendo sottoscritto l'impegno di rispettare la volontà degli elettori ed il programma del M5S sarebbero in flagrante reato di mandato imperativo. 

Va da se che con questa mossa la casta si è sparata sui piedi da sola. Infatti sollevando questa polemica per colpire Grillo, proprio ora che sta risalendo nei sondaggi, il professor Sartori mette inevitabilmente in piazza e sotto gli occhi di tutti la truffa storica orchestrata da Luigi XVI per poter corrompere i rappresentanti inviati dai cittadini durante la rivoluzione francese. Rende infatti evidente a tutti come il famigerato Articolo 67 della costituzione consenta ai candidati di inventare tutte le promesse elettorali e sottoscrivere tutti impegni programmatici che vogliono con gli elettori durante le elezioni, perchè tanto non saranno mai tenuti a rispettarle. E che è grazie a tale articolo che la Democrazia Rappresentativa consiste in una farsa che rende la politica, invece di una discussione seria sulle proposte, una corsa a promettere sogni e cambiamenti, tra figuranti che si sfidano a chi sa convincere meglio le masse delle proprie bugie.

E' ora che si dica la verità, iniziando a ricordare l'origine lontana di questo crimine che trasformò la straordinaria idea di Democrazia Diretta ateniese in quel teatrino per la manipolazione dei popoli che oggi chiamiamo democrazia rappresentativa. Il grande inganno che ancora oggi perdura nel silenzio e nella complicità generale dei media fu compiuto durante la Rivoluzione Francese.

In principio, durante la prima assemblea democratica francese, con l'assemblea degli Stati Generali tenutasi il 5 maggio 1789 e la costituzione dell’Assemblea nazionale il 17 giugno del medesimo anno, fu stabilito il mandato imperativo, cioè l'obbligo imperativo per i rappresentanti di rispettare il mandato dei cittadini che li avevano delegati. I rappresentanti inviati a Parigi da tutte le regioni e le città della Francia avevano con se dei fogli con scritte le richieste dei cittadini delle loro regioni, che gli erano stati consegnati ufficialmente dagli stessi durante la cerimonia pubblica di investitura e che si erano impegnati a rispettare. 

Ma già nella seduta del 23 giugno 1789, re Luigi XVI, non riuscendo a corrompere o minacciare i rappresentanti a causa del mandato imperativo, si rende conto di doverli liberare da tale vincolo, e per ottenere ciò offre in cambio su un piatto d'argento di cedere su due importantissime richieste del terzo stato: la libertà di stampa e il controllo delle imposte. Come avrebbe potuto il popolo dire di no di fronte a tanta generosità del loro Sovrano, in cambio di una (apparentemente!) piccola rinuncia come quella al mandato imperativo? E così andarono le cose.

Come riporta il costituzionalista Luigi Principato:

"[...] Nella seduta del 23 giugno 1789, Luigi XVI accoglie alcune rivendicazioni borghesi, riconoscendo la libertà individuale e di stampa e concedendo che siano gli Stati Generali a deliberare le imposte; per il resto, attua una politica autoritaria, non accogliendo le richieste di voto per teste, pretendendo l’annullamento delle deliberazioni sino ad allora assunte dall’Assemblea e contestando quest’ultima nella sostanza, imponendo che gli ordini si riuniscano e deliberino separatamente. Nella medesima ordinanza, il Sovrano dichiara "la nullità dei mandati imperativi", proprio al fine di evitare che i rappresentanti impediscano il regolare funzionamento dell’assemblea, eccependo le limitazioni dei rispettivi incarichi. “Nemesi della storia”, com’è stato acutamente osservato dal Prof.  G. Azzariti.
[...] L’assenza del vincolo di mandato, nell’esperienza rivoluzionaria che porterà alla approvazione della Costituzione monarchica del 1791, diviene immagine di una sorta di sovranità assembleare, più che popolare. Ciò proprio perché, nella prima fase della rivoluzione, la monarchia è ben lungi dall’essere osteggiata: l’assolutismo di Luigi XVI cade sotto la scure delle rivendicazioni del Terzo Stato, ma la Costituzione del 1791 recepirà comunque un’ambigua forma di governo duale, caratterizzata dall’Assemblea e dal Re, entrambi promanazione della Nazione. 
Siffatta sovranità assembleare sembrerebbe apparentemente neutrale per il profilo sostanziale: il Re pretende di sfruttarla per mantenere e consolidare i privilegi dell’Ancien Regime ed il sistema monarchico, mentre i rappresentanti riuniti nella sala della Pallacorda la invocano quale strumento di affermazione dei nuovi ideali del nascente astro borghese. [...] La formazione dell’Assemblea Nazionale può essere considerata, alla luce dei successivi sviluppi, il primo passo dell’espressione di un potere costituente che nel celebre giuramento si dichiara lapidariamente: "i rappresentanti non siedono più, nell’assemblea, per rappresentare gli specifici interessi di questa o quella corporazione. La necessità ne ha plasmato il ruolo e la funzione, esaltando la situazione rappresentativa e svilendone l’originario rapporto con i rappresentati."

Tale vergognosa disposizione fu poi confermata dall’articolo 52 della Costituzione dell’anno III della rivoluzione (22 agosto 1795), che aggiunse per l’appunto il divieto di mandato imperativo a quella analoga approvata dall’Assemblea nazionale con legge 22 dicembre 1789 in cui, in reazione allo spirito particolaristico delle precedenti assemblee, si affermava: “I rappresentanti nominati all’Assemblea nazionale dai dipartimenti non potranno essere considerati come i rappresentanti d’un dipartimento particolare, ma come i rappresentanti della totalità dei dipartimenti, cioè della nazione intera” (art. 8); “pertanto (...) i rappresentanti all’Assemblea nazionale non potranno mai essere revocati, e la loro destituzione non potrà essere che la conseguenza di una condanna” (art. 11).

La trappola era servita. La Rivoluzione Francese era divenuta da una rivoluzione del popolo ad una rivoluzione della sola casta borghese di eletti e politicanti. E al popolo, come al solito, niente.

Il professor Sartori, difendendo l'indifendibile l'articolo 67, fonte di ogni potere e privilegio della classe politica, dimostra di appartenere di diritto a quella casta "illuminata" di elitisti che furono corrotti dal monarca Luigi XVI, e per i quali il popolo in fondo è solo una bestia da domare, un capriccioso demente da imbonire con tante false promesse, una rottura di scatole di cui sbarazzarsi all'indomani stesso delle elezioni.

Oggi grazie al Movimento 5 Stelle ancora una volta i cittadini si sono svegliati e sono pronti a riunirsi per una nuova rivoluzione. Internet è oggi la nostra Sala della Pallacorda.

Se all'epoca la battaglia era tra il feudalesimo e la democrazia rappresentativa, oggi è tra la democrazia rappresentativa e la democrazia diretta.

Ma la direzione e l'obiettivo della guerra di oggi è sempre la stessa di allora: restituire la sovranità al popolo.

E il lavoro non è ancora finito.

martedì 28 maggio 2013

Amministrative 2013: Il Vero Nemico del M5S è il Clientelismo


"Dicono che apparteniamo tutti al castello e che non esiste distanza e non c'è niente da colmare, il che forse in generale è vero, ma purtroppo abbiamo avuto occasione di vedere che, al momento buono, non è vero affatto." - Franz Kafka, "Il Castello" 


Negli ultimi due giorni di elezioni amministrative un italiano su due ha preferito rimanere tra le mura domestiche o andare alla partita. Ha preferito fregarsene, lasciar decidere ad altri. Tanto i media lo hanno convinto che non cambia mai nulla, e che il M5S pensa solo agli scontrini.

L'altro italiano invece ha votato. Ma non ha votato per cambiare le cose, anzi. Ha votato per far restare tutto uguale. Il 40% ha votato di nuovo PD, e il 30% PDL. E la ragione per cui questo è avvenuto è che in Italia la politica è una macchina che funziona in modo molto diverso da come raccontano i giornali o le tv. In Italia i cittadini non votano per le idee, o per il reale valore dimostrato dai politici. Votano per motivi clientelari.

A Siena, nonostante tutto quello che si sono rubati ha avuto la meglio un azionista di MPS candidato con il PD. A Brescia si sono presentati gli stessi candidati della volta scorsa, come se il tempo, lungi dal correre, fosse fermo. Ad Avellino la candidata del M5S Tiziana Guidi ha dichiarato: "I tre quarti dei candidati a sindaco sono dei figuranti. La vera campagna elettorale la stanno facendo Ciriaco De Mita e Nicola Mancino, come sempre dietro le quinte", promettendo favori e posti pubblici. Il clientelismo non è una cosa nuova. E' sempre esistito.

Prendiamo Roma ad esempio. Molti credono che il M5S non abbia vinto a Roma perché un volto nuovo, il palazzinaro Marchini, è stato creato dal nulla e presentato come novità dalle TV, allo scopo di rubarci gli elettori. In parte è vero, ma non spiega come il 70% possa aver votato PD e PDL.

Altri ritengono che la colpa sia da attribuire all'essere andati in TV, aver accettato di essere messi nel tritacarne mediatico dove il candidato De Vito, onesto avvocato che ha sempre combattuto per i diritti civili, si è trovato contro vecchi volponi con staff di spin doctor alle spalle che conoscevano le domande dei giornalisti in anticipo (come accaduto a su La7 a Piazza Pulita, trasmissione a cui infatti perfino il bravissimo Travaglio ha detto che non sarebbe andato mai "per motivi igienici"). Ma anche questo non basta. A livello comunale i cittadini vedono con i loro occhi i disastri delle amministrazioni PD e PDL ogni giorno. I lavori e i cantieri aperti e mai chiusi, gli ospedali costruiti e abbandonati a marcire, la criminalità dilagante, la totale assenza di servizi per i turisti, il traffico perenne ed insostenibile dovuto ad una pianificazione urbana finalizzata solo a vomitare cemento in cambio di appalti per gli amici. No, i cittadini sanno bene cosa hanno votato.

Altri ancora ritengono che sia la conseguenza di aver deluso i nostri elettori. Non per quello che abbiamo fatto, ma per quello che è stato riportato faziosamente dai media.

Questi veri signori delle sorti del paese sono sempre al lavoro per screditarci 24 ore su 24, come fossero comandati e coordinati da una mano invisibile facente capo ai poteri finanziari che le controllano e che sono (non a caso) anche quelli dietro i partiti.
Ed è quindi conseguenza naturale che avendo tutta la stampa ed i media del paese contro, in una unica e quanto mai rara sinergia di intenti diffamatori mai vista in altri paesi, sentendo parlare solo dei nostri scontrini e delle nostre gaffe, mentre si tacevano tutte le straordinarie proposte di legge presentate e le battaglie per i loro diritti, il cittadino abbia visto proiettata di fronte a se una falsa immagine, un grillino immobile ed inutile, preoccupato di cose secondarie e non dei suoi problemi. E per questo ha smesso di votarci.
Anche questa ipotesi ha le sue ragioni, ed in parte questo ha contribuito. Ma il grosso del problema è da un altra parte.

La verità è che il sistema politico funziona tanto più in modo clientelare quanto più si scende nel territorio.

Sul nazionale noi del M5S andiamo meglio perché è molto distante e non ci sono legami clientelari. Sul regionale andiamo peggio, perché inizia ad essere più stretto il rapporto politico-cittadino, e la sanità, gestita a livello regionale, è un bacino di voti senza pari. Sulle comunali, infine, la situazione è la peggiore di tutte. Li c'è la più grossa fetta di clientelismo, perché i politici locali hanno mani direttamente su tutti i posti di lavoro, specialmente quelli pubblici ma anche quelli privati a partecipazione o legati da appalti. A Siena c'è il "groviglio armonioso" della massoneria locale che ha messo tutti dentro, creando una specie di feudalesimo locale. A Roma tutti i soldi provengono, direttamente o indirettamente, dalla grande tetta dello stato. Essendo la città amministrativa italiana per eccellenza, dove non si produce nulla se non fiumi di carte timbrate, è piena di burocrati, impiegati statali ed uffici che fanno riferimento a politici PD o PDL. Ed un castello di burocrazia così grande e aggrovigliato, comparabile alla Praga descritta da Kafka, non poteva essere scalato onestamente. Non per colpa dei partiti, ma per colpa di quei cittadini che sperano nei favori di questo o quel politico.

Non è che noi del Movimento 5 Stelle non abbiamo sbagliato. Anzi, sbagliamo eccome. Sbagliamo a non voler usare i metodi scorretti della politica tradizionale.

Sbagliamo perché non promettiamo raccomandazioni, posti di lavoro, rinnovi contratti, aumenti di stipendio, punteggi ai concorsi, trattamenti di favore ai tuoi figli all'università o al lavoro, licenze e permessi per negozi o società, condoni edilizi, multe cancellate, processi insabbiati, pene ridotte o carriere in rai.

Sbagliamo perché  non ci accordiamo con le banche per ottenere finanziamenti milionari per la nostra campagna elettorali in cambio di chiudere gli occhi sull'anatocismo e l'usura, non prendiamo rimborsi elettorali che sono stati banditi da un referendum, non prendiamo assegni da gruppi e lobby di potere che controllano i media, e soprattutto non facciamo politica spettacolo per ingannare la gente raccontandogli balle e ipnotizzandoli con il carisma di qualche pupazzo elettorale.

Sbagliamo a non crearci quei rapporti clientelari con i cittadini, a non regalare l'illusione di avere un "amico" nelle istituzioni dalla loro parte, un alleato che possa favorirli rispetto e a danno degli altri cittadini, in un gioco di divisioni e appartenenze in competizione, e di speranze senza poi alcuna reale possibilità di concretizzarsi, perché le risorse per mantenere tutte quelle promesse semplicemente non ci sono.

E infine, più di ogni altra cosa, sbagliamo ad essere coerenti con quanto promettiamo ai cittadini invece di fregarcene di rispettare il programma e sbagliamo a non fare alleanze con mercanti della politica con cui sarebbe fin troppo facile accordarsi per spartirsi le poltrone e arricchirsi sulle spalle dei cittadini.

E la ragione è che noi siamo quei cittadini, e quegli errori li vogliamo fare, perché fare quegli errori farà anche perdere le elezioni ma significa essere onesti e rifiutare un sistema feudale e corrotto che sta distruggendo questo paese e facendo arricchire una elite sempre più ristretta che ha più soldi di quanti ne potrebbe mai riuscire a spendere.

Non stupisce che ieri qualcuno dei nostri eroi a 5 stelle, Salvo Mandarà, l'uomo che ha reso possibile lo Tsunami Tour, che seguendo come volontario Beppe per l'Italia lo ha trasmesso in diretta video su internet a costo zero con il suo smartphone, dimostrando di poter spezzare la prigione dei media, abbia deciso di lasciare l'Italia, schifato. Salvo lo ha annunciato su facebook:
"Visto che non sono stato abbastanza chiaro cerco di chiarire meglio: la mia decisione di lasciare questo Paese di merda in cui i mafiosi sono al governo e occupano le massime cariche dello Stato e i cittadini si girano dall'altra parte e li lasciano fare, NON è dettata solo dal risultato elettorale.
Io vado via perché non posso vivere in un Paese in cui il destino dei miei figli è segnato! Se fossi single e senza figli, rimarrei qui in trincea e sarei pronto a dare la vita per spazzare via tutta la merda che occupa militarmente le istituzioni.
Ma avendo dei figli sono costretto a fare qualcosa per loro....se rimango qui prima o poi me li ritrovo a spacciare o a darsi fuoco!"
Si può dare torto a Salvo? No. Chi ha dei figli deve essere responsabile nei loro confronti e lasciare se può questo paese. All'estero vi è un mondo diverso, dove si pretende di più ma dove chi lavora viene trattato con dignità. Mentre in italia un laureato in ingegneria edile guadagna esattamente quanto un muratore, basta andare nella vicina Svizzera dove la disoccupazione è al 3% invece che al 38% come da noi e come conferma uno studio pubblicato di recente un informatico può guadagnare circa 7 mila franchi svizzeri al mese, praticamente 5.600 euro. In Italia una cifra così non la prende neanche un direttore d'albergo 5 stelle.

Il M5S deve capire che non ha più di fronte come nemico solo una classe politica corrotta. Il suo nemico vero sono i cittadini collusi e che sono illusi dalle false speranze offerte dai politici che controllano enormi piramidi di rapporti clientelari. Come ha detto Beppe Grillo, questi italiani che votano per il potente sperando nei favori vanno capiti. Solo così possiamo sperare di rompere quelle catene che li tengono legati ad un sistema marcio e destinato inesorabilmente ad affondare, portando con se anche loro, giù, fino al disastro.


domenica 12 maggio 2013

La Democrazia Diretta è Nella Costituzione Italiana Ma Nessuno La Applica: Perché?


Video di denuncia del bravissimo Bruno Aprile in cui viene mostrato articolo per articolo perché la Democrazia Diretta è prevista già dalla Carta Costituzionale italiana ma non è mai stata tramutata in legge dai partiti, per l'ovvia ragione che questo significherebbe perdere potere e rimetterlo nelle mani del popolo sovrano.



C'è un solo errata corrige che riporto: 

Errata corrige: L'art. 118 cost. è stato modificato come da slide con legge costituzionale nel 2001. Quindi sono trascorsi (SOLO) 12 anni anziché 64.

Fonte: http://brunoaprile.blogspot.it/2011/08/lettera-aperta-ai-media-ed-al-popolo.html


lunedì 15 aprile 2013

Oggi i Cittadini Votano Uno Dei 10 candidati al Quirinale Nominati Online sul sito di Beppe Grillo


Oggi la seconda fase della votazione online del candidato 5 stelle per il ruolo di prossimo Presidente della Repubblica.


Questo evento storico per la democrazia ed il futuro della battaglia dei cittadini contro la partitocrazia si svolgerà dalle ore 11 alle 21, sul sito beppegrillo.it, dove sarà possibile votare il candidato alla Presidenza della Repubblica.

Alla votazione possono partecipare gli iscritti al MoVimento 5 Stelle al 31 dicembre 2012 che abbiano inviato i loro documenti digitalizzati per essere certificati.

10 i candidati usciti dalla prima fase delle Quirinarie. Anche Beppe Grillo aveva raccolto sufficienti consensi da entrare nei primi 10 nominati, ma ha deciso di non partecipare alla votazione finale. I candidati sono quindi nove:

- Bonino Emma
- Caselli Gian Carlo
- Fo Dario
- Gabanelli Milena Jole
- Imposimato Ferdinando
- Prodi Romano
- Rodotà Stefano
- Strada Luigi detto Gino
- Zagrebelsky Gustavo

Per votare andate su questo link:

https://www.beppegrillo.it/votazionipresidenterepubblica/

Dove dopo aver eseguito il login, vi troverete in una pagina sicura dove votare uno dei nomi visualizzati premendo il bottone di scelta sulla destra:



Domani verrà comunicato il nome più votato che sarà proposto dai parlamentari del M5S il 18 Aprile.


giovedì 11 aprile 2013

Il Movimento 5 Stelle Sceglie Online il Suo Candidato a Presidente della Repubblica



Mentre gli altri partiti contrattano i nomi dei candidati nelle segrete stanze del palazzo, chiedendo favori e vendendosi i voti degli italiani in cambio di poltrone, Beppe Grillo ha oggi dato il via alla prima votazione online per la nomina del candidato Presidente della Repubblica Italiana.

I parlamentari del Movimento 5 Stelle infatti voteranno in aula il nome scelto dai cittadini online.

Se vi siete registrati e certificati entro il 31 Dicembre 2012, stamattina avrete ricevuto la mail di notifica dello staff.

La votazione si svolge nelle seguenti fasi:


  • 11 Aprile - Ogni cittadino indica il nome del candidato che vorrebbe al Quirinale scrivendolo nell'apposita pagina per votare sul sito www.beppegrillo.it.
  • 15 Aprile - I 10 nomi che avranno raccolto più consensi saranno di nuovo messi ai voti online sul sito www.beppegrillo.it, e i cittadini sceglieranno quello che preferiscono.
  • 18 Aprile - Il più votato dei 10 sarà infine il nome che i nostri Parlamentari 5 Stelle presenteranno durante la votazione ufficiale al Parlamento.


Oggi siamo alla Fase 1. Cliccando sul link nella email dello staff saremo portati sulla pagina web con protocollo sicuro allestita per il voto:

https://www.beppegrillo.it/votazionipresidenterepubblicaindicazione/

Dove ci apparirà questa schermata di login:



Dopo aver inserito email e password, ci apparirà la pagina del voto vero e proprio. Qui dovremo inserire nome e cognome della persona che vogliamo candidare. Possiamo fare qualsiasi nome, i soli requisiti sono che abbia compiuto almeno 50 anni e che goda dei diritti di cittadino italiano.



Premendo il tasto "Conferma Nominativo" il nostro voto sarà registrato, e vedremo questa schermata di conferma:



Riceveremo poco dopo una email che ci confermerà l'avvenuta registrazione del voto.

Il 15 Aprile vedremo chi saranno stati i 10 nomi più votati, e saremo chiamati di nuovo per votare il nostro preferito.

Grazie Beppe per aver portato la democrazia in questo paese. Oggi si sta facendo la storia.




AGGIORNAMENTO (12/04/2013): Si è reso necessario votare nuovamente oggi, ripetendo la procedure suddetta, a causa dell' attacco di un cracker  alla piattaforma di voto (pagato da chi possiamo immaginare). Se non avete ancora votato gli orari sono gli stessi, e anche il link.

Il server di voto è stato soggetto ad una intrusione, ma grazie al fatto che lo staff di Grillo si era preparato a questa eventualità, l'intrusione è stata intercettata dall'ente terzo di sicurezza della DNV che monitora i dati del database a intervalli di tempo per vedere se i voti vengono cambiati. La notizia è riportata anche da Wired.

Questo il documento della DNV che certifica il tentativo di intrusione:







mercoledì 27 febbraio 2013

I Parlamentari di Grillo Sono i Più Qualificati Di tutti i Partiti


I parlamentari di Grillo sono più giovani, più qualificati, più onesti e presenti in eguale proporzione tra uomini e donne più di ogni altro partito. Questo il risultato dell'analisi pubblicata oggi sul quotidiano Il Secolo XIX.

Dopo tante menzogne e fango gettato sugli eletti del Movimento 5 Stelle, dopo che la stampa li ha presentati come degli incompetenti, degli ignoranti, dei maschilisti, e addirittura dei "bambini", l’identikit dei nuovi parlamentari portati da Beppe Grillo si rivela essere l'esatto opposto: gli eletti del Movimento 5 Stelle sono i migliori ad aver mai messo piede in parlamento: vantano preparazione e un livello culturale più alto tra tutti gli partiti, sono estremamente competenti nell'uso dell'informatica e dei computer, sono giovani che guardano al futuro, e nascono come attivisti radicati sul territorio dove hanno svolto campagne per i diritti dei cittadini per anni. E come se tutto questo non bastasse, Grillo fa seguire agli eletti un corso avanzato di diritto costituzionale prima di entrare in Parlamento. 

Insomma: Beppe Grillo ha regalato all'Italia una nuova classe politica, crescendoli, preparandoli e selezionandoli per anni per mezzo dei suoi MeetUp, e offrendoci oggi davvero dei parlamentari a 5 stelle.

Inoltre Beppe Grillo ha fondato il movimento politico a 5 stelle sulla moderna idea di Democrazia Diretta, rivoluzione culturale che solo ora i giornali, alzatasi la cortina di ferro della censura elettorale, hanno cominciato a riconoscere. In un articolo di ieri, il quotidiano Repubblica ammette finalmente la natura rivoluzionaria del MoVimento 5 Stelle:

"[I cittadini che hanno votato il MoVimento 5 Stelle] chiedono una ridefinizione delle basi della partecipazione democratica alla vita del Paese, superando la rappresentanza offerta dai partiti, applicando i fondamentali della "democrazia diretta", orizzontale e non più verticale. Intervenendo nell'attività politica delle Camere "come cittadini e non come onorevoli" attraverso la consultazione della Rete e il lavoro dei portavoce della popolazione nelle sedi istituzionali.  [...]
Nel non-statuto sono contenuti i fondamenti del M5s, tra cui la mancanza di una sede fisica (sostituita da una nel "cloud", il blog di Grillo). Ma oltre l'infrastruttura, che è la Rete, soprattutto si definisce la struttura di base. Che è quella costituita dalle liste civiche certificate e dai Meetup, le comunità digitali che organizzano incontri e attività sul territorio. Aperte a chiunque, è sufficiente iscriversi sul sito per essere informati su temi e attività nella propria zona. Una visione iperlocale della politica che di fatto sostituisce i circoli e le sezioni, divulgando le attività delle singole cellule a livello globale, e agendo nei perimetri dei quartieri e delle circoscrizioni. Il mito dell'Agorà digitale, la piazza telematica, o più semplicemente la Rete applicata al territorio, attraverso il web e applicazioni mobili, come quelle per la gestione dei Meetup. E come potrebbe essere tutta la politica dei prossimi anni: un'applicazione sociale, in un mondo che aggiorna le proprie applicazioni - economia, energia, lavoro, salute - quando ne sono pronte nuove versioni, come accade con gli smartphone. [...]
Per il Parlamento, le cose potrebbero funzionare in maniera simile. Ovvero con l'iscrizione dei cittadini interessati ad esprimere la propria posizione al sito del Movimento, su cui presumibilmente verranno aperti spazi di informazione proposta e discussione su quanto avviene in Parlamento. Attraverso questa piattaforma il cittadino-utente parteciperà direttamente alle decisioni politiche che poi i deputati e senatori (in una sola parola, i portavoce) del Movimento faranno proprie in sede parlamentare." 


Repubblica non ha fatto il passo successivo, ovvero spiegare il motivo per cui la Democrazia Diretta sia migliore di quella Rappresentativa, e cioè il fatto che privando l'eletto di potere decisionale e rendendolo solamente un portavoce si rende impossibile la corruzione politica, fatto che rende il M5S (insieme al Partito Pirata in Germania) una pietra angolare di una rivoluzione nel modo di fare politica finalmente libero dall'influenza delle lobby e dei poteri finanziari che sta rapidamente prendendo piede e diffondendosi in tutta l'Europa.

Non si può che provare immensa gratitudine per quel piccolo grande uomo di Genova che tanti anni fa fu cacciato dalla Rai e bandito per sempre da tutte le TV perché osò dire ciò che era proibito dire: che i socialisti di Craxi rubavano.


Grazie di cuore Beppe.

giovedì 21 febbraio 2013

Video del Discorso del Premio Nobel Dario Fo a Milano Per Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo

Video dello stupendo intervento del premio Nobel per la Letteratura Dario Fo allo Tsunami Tour di Milano, svoltosi in Piazza Duomo il 19 Febbraio, che il Movimento 5 Stelle ha deciso di adottare come slogan nazionale 2013:




Il video è stato ideato da Roberto Sgrò.

venerdì 15 febbraio 2013

Monti Denuncia Una Nuova Tangentopoli. Ma Nel Programma 5 Stelle C'è L'Idea Che Risolverà Il Problema Della Curruzione Politica



"Siamo passati dalla partitocrazia alla partitorazzia..." - Monti


L'Italia è scoppiata di nuovo. In poche settimane dozzine di scandali politici e finanziari sono venuti alla luce, rivelando un paese corrotto a tutti i livelli, una politica che usa i soldi dei cittadini per fare affari e una economia drogata dagli appalti clientelari dei politici. Monti su Repubblica è costretto a denunciare pubblicamente lo stato di emergenza in cui si trova il nostro paese, ma per difendersi scarica la colpa sul precedente governo:


Ma davvero Monti crede di potersela cavare così? Come se non avesse avuto modo, in oltre un anno di governo, di venire a conoscenza di tutti i giri di tangenti che si diramano dal parlamento e dai ministeri italiani? Se ai radicali è bastato far eleggere due dei loro alla regione Lazio, per far saltare fuori il marcio della gestione del megapartito PDL-PD e della spartizione di 14 miliardi di soldi pubblici, semplicemente controllando le carte a cui hanno accesso gli eletti, viene da dubitare che Monti, con i poteri che aveva, non avrebbe potuto fare pulizia in parlamento molto prima.

Quanto ancora gli italiani accetteranno di vedere i loro figli morire di cancro perché i politici che dovevano proteggerli hanno preso delle tangenti per far chiudere gli occhi alle autorità sui veleni prodotti dall'ILVA di Taranto?

Quanto ancora gli italiani saranno capaci di assistere in silenzio mentre i politici continuano a fare bottino delle casse del Lazio, spendendo milioni di euro in festini e rimborsi stellari, mentre ai malati di SLA venivano tolti persino i pochi soldi per i macchinari sanitari a cui avevano diritto, dicendogli "Ci dispiace ma la regione ha esaurito i fondi"?  

Per quanto tempo ancora dovremo accettare come normale che per aprire una azienda in questo paese sia necessario pagare la tangente al politico di turno e mettere uno dei suoi portaborse nel consiglio di amministrazione?

Per quanto ancora i partiti potranno godere di finanziamenti elettorali pubblici miliardari, con ritorni di investimento dieci volte maggiori di qualsiasi attività commerciale, quando da più di vent'anni un referendum li ha aboliti, e loro li hanno subito reintrodotti sotto un nome diverso, senza che nessuno fino ad oggi dicesse nulla a parte i radicali e il Movimento 5 Stelle?

Per quanto tempo ancora i cittadini saranno disposti a pagare le tasse, sapendo che i loro soldi vengono usati per foraggiare imprenditori amici, per finanziare sprechi e mafie, e per pagare le campagne elettorali dei partiti, mentre i più elementari servizi pubblici non funzionano e sono rimasti al 1950 in termini di infrastrutture e tecnologie, perché i politici preferiscono rubarsi i soldi piuttosto che spenderli per aggiornare lo stato all'era di internet?

Per quanto tempo ancora chi oserà dire queste cose verrà tacciato di populismo dai media e dai giornali, strumenti ormai di pura propaganda e controllati dagli stessi gruppi finanziari che finanziano i partiti?

E' necessario che la gente sappia finalmente la verità. Sappia che arrestare i colpevoli di una tangentopoli è stato inutile e sarà sempre inutile, perché finché il sistema rimane lo stesso, i nuovi politici che andranno a sostituirli rifaranno esattamente le stesse cose.

E' necessario che i cittadini sappiano che una soluzione c'è, e che sono 8 anni che un uomo la grida dal suo blog, censurato e occultato da tutti i media e tutti i giornali. Che sono 8 anni che questa soluzione è alla portata di tutti i partiti, ma che nessuno partito ha mai voluto neanche considerare.

Sono 8 anni che Beppe Grillo urla dal suo blog che tale soluzione c'è, ed è solo la Democrazia Diretta.
Ma tutti gli intellettuali di questo paese fanno orecchie da mercante, ed evitano accuratamente di parlare di Democrazia Diretta, riducendola a mero populismo o a sinonimo di demagogia. 

Invece la Democrazia Diretta è la soluzione a tutti i problemi della vecchia Democrazia Rappresentativa, che ormai è solo un gigante morente ed agonizzante, un malato terminale che si contorce nella sua fine penosa.

Ma Beppe Grillo non si è arreso. Ignorato dai partiti, ha deciso di fondare un suo movimento politico, fatto di cittadini, e basato sulla democrazia diretta.

Il Movimento 5 Stelle che lui ha creato è basato su quattro semplici principi capaci di sconfiggere la corruzione nella politica:  

1) Gli Eletti sono solamente PORTAVOCE. Il loro è un lavoro a termine, solo 2 legislature e poi a casa. Il potere decisionale è nelle mani dei cittadini iscritti al Movimento 5 Stelle. L'eletto si limita a riportarlo fedelmente, e se non lo fa si dimette, come farebbe qualsiasi dipendente colto a non rispettare il suo contratto di lavoro.

2) Democrazia Diretta. Niente più politica delle facce e dei personalismi. Solo le idee contano. Tutti i cittadini possono iscriversi al movimento 5 stelle, senza discriminazioni politiche. E da dentro votano su tutte le questioni in modo democratico, indirizzando e guidando collettivamente le decisioni e le votazioni degli Eletti usando strumenti online come Liquid Feedback.

3) Trasparenza Totale. Tutte le riunioni a cui partecipano vengono pubblicate in video su YouTube, in modo che tutti possano vederle. Tutti i documenti pubblici a cui può avere accesso l'Eletto devono essere resi pubblici online sul web in modo tempestivo in modo che tutti possano controllarli. Parlamenti e Ministeri devono diventare "palazzi di vetro", in modo che gli occhi di milioni di cittadini possano costantemente monitorare tutto ciò che avviene e come vengono spesi i loro soldi.

4) Fuori i soldi dalla politica. Zero rimborsi elettorali e altri soldi pubblici ai partiti. Fine delle pensioni d'oro, dei vitalizi e delle buone uscite per il reinserimento. E lo stipendio degli Eletti parificato a quello di qualsiasi altro dipendente pubblico di primo livello, ovvero 2500 euro al mese netti. L'eletto ora non prende più decisioni, è solo un DIPENDENTE che ha il semplice compito di riportare in consiglio o in parlamento la volontà dei cittadini del M5S.

Beppe Grillo lo ha detto a Pomezia:

"Il problema è che la volontà popolare viene bypassata ogni volta e mortificata. Noi vogliamo gli strumenti di democrazia diretta in mano ai cittadini. Io sogno che mio figlio da casa voti su un computer si o no, se andare in Afganistan o no, se stare nell'Europa si o no, se uscire dall'euro si o no. Io voglio questo. La Costituzione non è perfetta. Calamandrei, quello che l'ha scritta, la chiamava l'incompiuta, perché diceva che non ci sono strumenti per i cittadini per controllare l'acqua pubblica e la scuola. Lo diceva chi l'ha scritta. "
E nel suo libro "Siamo in Guerra", Beppe Grillo ha spiegato il concetto di politico come Portavoce:


Riporto il passaggio chiave:
"Il concetto di leader per la Rete è una bestemmia. Esistono solo portavoce delle istanze dei cittadini, eletti per operare nei consigli con il sostegno di un network che li aiuta ad avanzare proposte, preparare documenti, verificare gli atti comunali. L'eletto è un collettore di migliaia di persone. Quando entra nell'aula comunale o in Parlamento è sia un terminale sia un esecutore del corpo elettorale. Se ognuno vale uno, i leader politici non hanno senso, sono una contraddizione in termini. Gli uomini della Provvidenza appartengono a una visione infantile della politica. Chi si definisce leader dovrebbe essere sottoposto al trattamento sanitario obbligatorio."
- dal libro "Siamo in Guerra"
Ma perché Grillo è così preoccupato di rendere i leader soltanto dei portavoce? Perché è così importante che non abbiano poteri decisionali da leader, ma che si limitino a riportare le decisioni prese dai cittadini? La risposta è che questa è l'unica cura contro la corruzione della politica: l'eliminazione della concentrazione del potere nelle mani di pochi eletti.

E' fondamentale capire che quella che oggi chiamiamo democrazia in realtà non è che una mostruosa caricatura della vera Democrazia come era stata inventata dagli Ateniesi nell'antica Grecia.

Nella vera Democrazia i cittadini votavano direttamente sulle leggi, non votavano dei politici a cui affidare il potere. 

Il trucco della delega è stato introdotto quando la democrazia non era più praticabile su scale maggiori di singole città, poiché non vi erano i mezzi tecnici per far partecipare milioni di cittadini alle assemblee.

Ma oggi, grazie ad internet, il villaggio è di nuovo globale, e tutti possono partecipare come una volta. Non si ha più bisogno di eleggere un rappresentante e di delegare a lui il potere, perchè il bottone elettronico della sedia del parlamento che premono oggi i politici può essere premuto a distanze illimitate da ogni parte d'Italia grazie ad internet. Il testo della legge può essere letto e commentato su una pagina web da tutti i cittadini, distruggendo quindi ogni possibilità di far passare leggi contro gli interessi degli italiani e per gli interessi di pochi.

La sola cura contro la corruzione è l'eliminazione della delega del potere all'eletto. Nel Movimento 5 Stelle gli eletti sottopongono ogni decisione all'assemblea online dei cittadini, e sono questi a votare e decidere, non lui. Quindi il potere viene distribuito e diffuso tra milioni di elettori, ognuno con il diritto di votare su tutte le decisioni pubbliche. E la maggioranza decide, non l'individuo o il leader.

In questo modo gli Eletti del Movimento 5 Stelle sono IMMUNI DA OGNI FORMA DI CORRUZIONE. Semplicemente perché non avendo potere decisionale, non hanno NULLA DA VENDERE. Chi corromperebbe o minaccerebbe un politico che non ha poteri? Chi perderebbe tempo con un funzionario che deve solo riportare l'esito delle votazioni online, e che costituisce di fatto l'ultima ruota del carro

I poteri forti che una volta corrompevano o minacciavano, si troveranno con il M5S di fronte ad una situazione impossibile: ora non hanno più un pugno di politici da corrompere, ma milioni di cittadini. E corrompere questi, le persone stesse che avrebbero danni e svantaggi dall'approvare una legge contro i loro interessi, sarebbe talmente costoso da risultare di fatto impossibile.

In altri paesi ci sono già riusciti. Il Partito Pirata tedesco già funziona con una democrazia interna totale  e continua durante tutta la legislatura grazie a Liquid Feedback:




Ecco perché se si vuole davvero cambiare il modo di fare politica in Italia e sconfiggere la corruzione politica, è necessario votare il MoVimento 5 Stelle.






mercoledì 30 gennaio 2013

Online il Programma Partecipato del Movimento 5 Stelle per il Lazio



Il Movimento 5 Stelle del Lazio, che ha come candidato presidente il bravissimo Davide Barillari, ha pubblicato online il risultato di un processo di Democrazia Diretta unico nella storia della politica italiana: il Programma Partecipato.

Il programma del Movimento 5 Stelle del Lazio è stato infatti realizzato non dai candidati, non da politici, e neanche da Beppe Grillo o Casaleggio, bensì direttamente e solamente dai cittadini del Lazio.

Tutte le proposte sono state fatte, discusse e votate dai cittadini tramite internet (meetup, forum, blog, Liquid feedback, etc.) o tramite banchetti fisici nelle piazze di molte città (per chi non aveva ancora internet).

Inoltre è un programma in movimento, il che significa che per i principi della Democrazia Diretta a cui aderisce il Movimento 5 Stelle i cittadini potranno fare proposte nuove o emendamenti anche DOPO le elezioni, e per tutto il corso della legislatura, tramite piattaforme di partecipazione online come Liquid Feedback, e gli eletti voteranno e proporranno le vostre idee in consiglio regionale in modo trasparente senza filtri, in quanto sono solamente dei PORTAVOCE dei cittadini.

Il movimento 5 stelle è il primo partito composto da cittadini, per i cittadini e le cui proposte politiche sono decise direttamente dai cittadini.

Ecco il programma del M5S Lazio su Issuu (ma potete scaricarlo anche in formato PDF):



Stampatelo e diffondetelo il più possibile. Siamo noi cittadini la nostra sola campagna elettorale.

Il programma sarà presentato oggi presso la Città dell'Altra Economia a Roma:



Ricordate che il programma del Movimento 5 Stelle per le elezioni Nazionali è invece disponibile in PDF a questo link.
Per ulteriori informazioni potete contattare il sito www.lazio5stelle.it



giovedì 24 gennaio 2013

Beppe Grillo: Riformare la Costituzione per Introdurre la Democrazia Diretta

Beppe Grillo sta attraversando l'Italia come uno tzunami, accolto con grandissimo entusiasmo dalla gente ovunque vada, e trasmettendo in diretta tutto via YouTube. Ma la sua non è solo una campagna elettorale per il Movimento 5 Stelle, è il vento di un cambiamento rivoluzionario del modo di fare politica.

Nel suo ultimo comizio a Pomezia (Roma), Grillo ha infatti gettato il guanto di sfida alla Democrazia Rappresentativa, annunciando la sua intenzione di riformare la Carta Costituzionale Introducendo elementi di Democrazia Diretta. Ha poi dichiarato:
"[Il problema è che] la volontà popolare viene bypassata ogni volta e mortificata. Noi vogliamo gli strumenti [di democrazia diretta] in mano ai cittadini. Io sogno che mio figlio da casa voti su un computer si o no, se andare in Afganistan o no, se stare nell'Europa si o no, se uscire dall'euro si o no. Io voglio questo.
La Costituzione non è perfetta. Calamandrei, quello che l'ha scritta, la chiamava l'incompiuta, perché diceva che non ci sono strumenti per i cittadini per controllare l'acqua pubblica e la scuola. Lo diceva chi l'ha scritta. Quindi noi non vogliamo stravolgere la costituzione, vogliamo aggiungerci ad esempio che sia obbligatorio per il parlamento discutere le leggi di iniziativa popolare. [Guardate] le nostre leggi di iniziativa popolare: ben 350 mila firme per chiedere il parlamento pulito, il limite di due legislature ed il reinserimento del voto di preferenza: cadendo il governo adesso andranno distrutte."   

Il video completo dell'intervento:



Non sono solo parole quelle di Beppe Grillo. Il progetto di Parlamento Elettronico del M5S è già in sviluppo, e vede tra i coordinatori principali proprio Davide Barillari, l'acclamato pioniere della politica digitale candidato dal movimento 5 stelle alla presidenza della regione Lazio. La piattaforma è già stata utilizzata dal M5S per far scrivere ai cittadini i programmi elettorali per le regionali di Sicilia e Lazio.

Forse è venuto il momento per gli italiani di capire che la vera guerra oggi non è tra destra o sinistra, ma tra la vecchia democrazia rappresentativa e la moderna democrazia diretta.

In altri paesi i cittadini lo hanno già capito, come nel caso del Partito Pirata in Svezia ed in Germania, che utilizzano Liquid Feedback per far partecipare direttamente ed in tempo reale i cittadini alle decisioni in parlamento:



venerdì 11 gennaio 2013

Perché Beppe Grillo Ha Offerto Una Grande Prova di Democrazia Diretta



"Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo."
- Voltaire (1694 – 1778)



La campagna elettorale di Beppe Grillo per il Movimento 5 Stelle è sempre stata volutamente provocatoria, ma ieri, in occasione della veglia per consegna dei simboli della lista elettorale al Viminale, i giornali e le tv hanno riportato una sua affermazione che ha suscitato e sta suscitando uno scalpore senza precedenti e allarme tra le fila dei suoi sostenitori.

Dai giornali più vicini al M5S (Il Fatto Quotidiano titola: Grillo: “Apertura a Casapound? Perché no, se hanno le nostre idee”) a quelli che lo combattono (La Repubblica, in prima pagina: Grillo ai fascisti di Casapound: ''Se volete benvenuti nel M5S'') è tutto uno scandalizzarsi, un piovere di critiche e di facce stupefatte.

Il problema con i giornali, ma in generale con i cittadini del nostro paese, è che purtroppo in Italia manca completamente una cultura della Democrazia Diretta. L'ignoranza in questo campo è così profonda che non se ne può neanche parlare senza vedere i propri interlocutori sbarrare gli occhi o restare basiti, fraintendendone i principi e interpretandoli in un quadro concettuale completamente errato, vittime della loro scarsa conoscenza del soggetto e dell'ormai scontata necessità di riferirsi a questa o quella ideologia preconfezionata, senza minimamente considerare che queste sono posizioni che hanno valore solo all'interno del contesto della democrazia rappresentativa, ignorando che vi siano altri sistemi di riferimento concettuali dove questi non hanno più alcun significato.

Beppe Grillo non ha fatto alcuna apertura nei confronti di CasaPound come "partito" o "movimento politico", semplicemente perché un movimento di Democrazia Diretta non può fare aperture o alleanze e non ha senso farle.

Quella di Beppe Grillo è stata la semplice constatazione del fatto che l'iscrizione al Movimento 5 Stelle è aperta a tutti, QUALI CHE SIANO LE LORO IDEOLOGIE POLITICHE, perché nessuno all'iscrizione controlla il credo politico di chi vuole unirsi al Movimento 5 Stelle.

Tutti possono andare sul sito e iscriversi liberamente.

In secondo luogo quella di Beppe Grillo è la semplice affermazione del principio della Democrazia Diretta, ovvero tutti i cittadini sono liberi di avere le loro idee e votare di conseguenza, ma Uno vale Uno. La democrazia diretta non è politica, ma è meta-politica. Significa eliminare l'oligarchia e la partitocrazia e restituire la sovranità direttamente ai cittadini. Non entra e non deve entrare mai nel merito di cosa un cittadino poi vota.

Se uno appartiene a CasaPound, e vuole votare M5S, ben venga, le sue idee saranno discusse e votate liberamente al pari di quelle di tutti gli altri, senza filtri o preconcetti, e se otterranno la maggioranza vinceranno.
Ma il solo fatto di farlo, cioè di iscriversi al M5S, implica l'accettazione di valori di Democrazia Diretta, e cioè in aperto contrasto con quelli antidemocratici del fascismo. E quindi se un cittadino che prima votava destra e faceva parte di CasaPound decide di passare al Movimento 5 Stelle, sta accettando di non imporre più le proprie idee con la forza secondo la dottrina fascista, ma di aprirsi al confronto democratico, discutendole e votandole online nel Parlamento Elettronico del Movimento 5 Stelle.

Inoltre questo è proprio il fine dichiarato di Grillo: riportare al dialogo democratico quei cittadini che, indignati dal livello di corruzione raggiunto dai politici, si sono rivolti alla destra estrema ed hanno interrotto il confronto democratico per sposare un'ideologia che vede non nel dialogo ma nell'imposizione dall'alto la soluzione ai problemi.

Grillo sta da tempo invitando quei cittadini a ritrovare fiducia nella forza dell'intelligenza e del dialogo democratico invece che in quella del bastone, dimostrandogli con i fatti che ogni cittadino può proporre e sostenere le proprie idee con metodi pacifici e democratici e vederle realizzate, senza doverle imporre con la forza. Che le barriere all'affermazione delle idee e dei bisogni dei cittadini possono venire superate facilmente attraverso metodi democratici, pacifici e usando il cervello, il dialogo e la rete, senza dover ricorrere all'imposizione di queste con la forza. Che la formula della destra estrema e di CasaPound in realtà costituisce una sconfitta dell'intelligenza umana e della sua capacità di convivere  con gli altri per costruire una società civile. E' un invito alla democrazia e alla discussione per far valere democraticamente le proprie idee ma anche quelle degli altri se si rivelano migliori.

Su questo tema Grillo sta mandando da tempo dei messaggi molto chiari allo "stato" e ai poteri forti che gli si oppongono, dicendogli che è sbagliato ostacolare il movimento 5 stelle in quanto, se non ci fosse tale alternativa a dare speranza ad una soluzione non violenta al problema della corruzione dello stato, si formerebbero immediatamente in Italia movimenti estremisti di destra, come il citato Alba Dorata in Grecia, con scopi che sono antidemocratici e dichiaratamente fascisti, che davvero costituirebbero un grave pericolo per la democrazia in Italia, perché una volta radicati sarebbe poi difficilissimo recuperarli e riportarli al dialogo democratico.

Ovviamente questo messaggio di Grillo non appare per nulla chiaro a chi non comprende i principi della Democrazia Diretta, a chi non ha la cultura necessaria per uscire dall'attuale contesto storico in cui, per colpa dei media ma anche della cultura non di massa, la Democrazia Rappresentativa costituisce l'unico orizzonte culturale, divenendo in tal modo uno svilimento di quei principi della democrazia vera che sono stati per la prima volta messi in pratica nell'Atene di Solone e di Pericle.

Come spiegare a chi non ha conosciuto che una politica show, un agone politico dove le posizioni che si fronteggiavano non sono le idee ma le bandiere dei partiti, una competizione dove i voti sono più vicini a tifi da stadio che a decisioni ponderate sui pro e i contro di una certa proposta di legge?

Come spiegare che in Democrazia Diretta improvvisamente i partiti e le bandiere politiche e ideologiche della democrazia rappresentativa perdono di significato, e che finalmente si vota per le idee e solo per le idee, invece che per le persone. Che la discussione politica diviene finalizzata a trovare il compromesso tra le proposte concrete e le soluzioni ai problemi, e non tra i partiti o gli schieramenti. Che il fine non è più battere l'avversario, ma collaborare con l'altro per trovare idee migliori, per riuscire con l'intelligenza ed il dialogo a soddisfare gli interessi di entrambi e quindi della maggioranza dei cittadini con cui dobbiamo convivere civilmente.

Il dialogo sulle idee, e non la denigrazione e l'insulto alle persone o alle bandiere, sono quindi i principi della Democrazia Diretta che Beppe Grillo ha sposato e difende, e quindi in quest'ottica le sue parole divengono quasi scontate: è ovvio che la porta è aperta anche a CasaPound, perché è aperta a tutti. In Democrazia Diretta non si ragiona più su un piano schismogenetico, calcistico, competitivo, in cui o si è con noi o contro di noi, in cui una squadra se si allea con un altra squadra allora diventa nostra nemica.

Perché non ci sono più squadre, non ci sono più partiti e non ci sono più ideologie. In Democrazia Diretta non si guarda a CHI propone un idea, ma all'IDEA. Se un idea è buona, la si vota, se non è buona si propone un'idea alternativa.


Ecco perché quando Beppe Grillo ha ascoltato le idee del rappresentante di CasaPound lo ha invitato a portarle nel M5S, dicendogli "Avete idee condivisibili, alcune più, alcune meno. Ma non vedo problemi a farvi entrare". In questa frase c'è tutta la grandezza della Democrazia Diretta, perché significa: Io non condivido alcune vostre idee, ma combatterò sempre per avere un sistema politico in cui tutti i cittadini, incluso te, possano esprimerle direttamente in modo che se considerate valide la maggioranza possa approvarle.

Non si combatte l'ideologia fascista ghettizzandola, perché così la si rende solo più radicata nelle sue convinzioni antidemocratiche. La si combatte mostrando che c'è un'altra via più intelligente, la Democrazia Diretta, per difendere le proprie idee e le proprie posizioni all'interno della collettività.

I membri del M5S che hanno capito i principi della Democrazia Diretta sono molti (anche se molta strada bisogna fare ancora per diffonderla e spiegarla), e a loro non stupisce minimamente che Beppe Grillo dica queste cose ai membri di CasaPound, e contemporaneamente sostenga la candidaturaa presidente della Regione Lazio un giovane proveniente dalle file di Rifondazione Comunista come Davide Barillari, o faccia aprire le feste a 5 stelle all'Arcigay.
Non si stupiscono perché gli orientamenti politici di questo o quel partito non lo interessano, perché il problema che il M5S si propone di risolvere è a monte: quello di riformare il sistema dello stato ed introdurre la Democrazia Diretta, eliminando la corruzione che inevitabilmente si produce nella Democrazia Rappresentativa, accentratrice del potere nelle mani di pochi e quindi oligarchica per la sua stessa natura.

Accusare Grillo di essere "di estrema destra" non ha senso in quanto Grillo è oggi il portabandiera della Democrazia Diretta, cioé una concezione della politica agnostica nei confronti di qualsiasi orientamento politico in quanto è una ideologia meta-politica, cioè è una idea politica su come si debba poi fare politica, e quindi per definizione non può discriminare in base al credo politico dell'individuo ma solo in base al rispetto delle regole della discussione politica e del ruolo degli eletti come servizio di intermediazione trasparente e fedele tra il cittadino e lo stato.

La riprova di questo è proprio nel fatto che Grillo non ha mai mandato o manderà mai via qualcuno dal movimento per le sue idee politiche, per quanto bizzarre o radicali, ma ha mandato via e manderà sempre via chi invece viola le suddette regole funzionali alla politica previste dalla Democrazia Diretta.

Favia o la Salsi non sono stati mandati via perché dissentivano sulle idee del programma e su proposte o idee, ma per il fatto di aver violato le regole fondamentali del Movimento, perché i due eletti in questione della funzione di portavoce trasparente e temporaneo che gli era stata affidata, per massimo due mandati, volevano farne nuovamente il ruolo di "politico", di qualcuno cioè che pretende di decidere per conto e AL POSTO dei cittadini, erigendosi a duce e guida, e producendosi in protagonismi e personalismi incompatibili con i principi della Democrazia Diretta e del M5S.

E' proprio questo meccanismo della Democrazia Diretta che si offre come antidoto ad ogni fascismo, in quanto in antitesi alla figura di duce autoritario l'eletto per regolamento è solo un funzionario senza potere decisionale che ha il compito di svolgere con responsabilità il suo compito di portavoce dei cittadini per il suo breve mandato e poi va via. Non mette radici, non resta li per meriti politici che non può e non deve avere, ma esegue un compito con onestà, il compito di riportare fedelmente la voce dei cittadini, garantendo ai cittadini che la volontà popolare non sarà più ignorata o ingannata, bensì rispettata, registrata ed espressa fedelmente nel processo decisionale democratico senza che nessun cittadino abbia un peso maggiore dell'altro.

La Democrazia Diretta ha avuto molti critici nel corso della storia, il primo dei quali fu Platone. Il filosofo criticava il fatto che lasciare il potere decisionale ai cittadini significava creare un governo degli ignoranti, facilmente manipolabili dai demagoghi e dai populisti, e proponeva invece un governo sorretto da un "re filosofo" o da una casta di filosofi come lui, gli unici a suo parere in grado di guidare il popolo, incapace di governarsi da se. Se questo poteva essere vero duemila anni fa, in un epoca dove l'educazione era un lusso riservato solo ai ricchi ed il 99% della popolazione era analfabeta, e dove la cultura era così costosa e faticosa che solo pochi asceti amanti della conoscenza avevano il tempo e la pazienza di studiare, oggi invece non è più vero.
Oggi con la scuola, le università e internet, la cultura è accessibile a tutti e ogni libro mai scritto ed ogni informazione mai registrata è a portata di click. Con una scuola funzionante (non è il caso italiano, ma questa è un'altra storia) ogni cittadino sarebbe sufficientemente educato da poter distinguere tra la demagogia dei mezzi di propaganda e i dati verificabili, e sarebbe quindi in grado di svolgere il ruolo di cittadino attivo e partecipe delle decisioni collettive dello stato. Solone e gli Ateniesi avevano visto lungo, erano solo stati troppo in anticipo sui tempi. Invece la formula dei "re filosofi" di Platone si è rivelata una utopia, in quanto la storia ha dimostrato che anche gli uomini di maggiore cultura e gli idealisti più puri una volta arrivati al potere si sono tutti lasciati corrompere dall'ebbrezza del comando.

Certamente dal punto di vista della comunicazione politica i titoli dei giornali di oggi potranno far perdere a Grillo il sostegno dei molti che non riusciranno a capire tutto questo. Ma gli farà sicuramente guadagnare la fiducia di quelli che sanno riconoscere l'importanza di difendere il più grande progresso culturale, tecnologico e politico che l'umanità ha mai avuto occasione di raggiungere: la Democrazia Diretta.


giovedì 3 gennaio 2013

Intervista a Davide Barillari: Un Pioniere della Politica Digitale Candidato Presidente Della Regione Lazio


Per il Movimento 5 Stelle questi sono giorni di fuoco. Prima delle elezioni nazionali, c'è la difficile impresa di vincere le elezioni Regionali, avendo contro tutti i media e le istituzioni.

Ma i cittadini e gli attivisti del M5S stanno facendo miracoli, ispirati dal coraggio incredibile di Beppe Grillo. Dopo la Sicilia è il turno del Lazio. L'impresa che in Sicilia è riuscita a Giancarlo Cancelleri, deve riuscire nel Lazio a Davide Barillari.

La notizia della sua elezione tra i membri del movimento 5 stelle del Lazio, rigorosamente svoltasi online tra gli iscritti, è stata data tempo fa dal Blog di Beppe Grillo:

"Nel Lazio dei Fiorito, dei Maruccio, dei festini a base di ostriche e champagne, mentre la gente non arriva alla fine del mese, c'è un Movimento di persone perbene che ha deciso di riappropriarsi della sua Regione. Questi cittadini 5 Stelle si sono incontrati dal vivo ed in rete ed hanno costruito un percorso fatto di idee, proposte, coraggio e determinazione. I gruppi locali degli attivisti del Movimento 5 Stelle hanno individuato i loro portavoce consiglieri ed hanno votato in rete il loro portavoce candidato presidente Davide Barillari. Da oggi, quindi, inizia il percorso di presentazione della lista M5S anche nel Lazio. Ci hanno provato in tutti i modi a fermarci: inerzia voluta della Polverini, sentenze del TAR, ricorsi, sentenze del Consiglio di Stato, decreti, di nuovi ricorsi, commissari ad acta, di nuovo decreti. Ma noi ci siamo. Il 3 e 4 febbraio (o qualunque nuova data si inventeranno) il Movimento 5 Stelle Lazio ci sarà e votandolo le persone perbene del Lazio metteranno finalmente cittadini onesti dentro il Consiglio Regionale. Ci vediamo in Regione e per loro non sarà un piacere."

Davide Barillari è tra gli attivisti del Movimento 5 Stelle il maggiore sostenitore della Democrazia Diretta e Liquida, ed è quindi molto promettente per il futuro dell'e-democracy in Italia che sia stato scelto per essere il candidato presidente per il M5S alle prossime regionali.

Davide Barillari è già famoso per il suo attivismo. Infatti oltre ad essere il responsabile tecnico per i server Liquid Feedback del Movimento 5 Stelle di Roma e del Lazio, è un eroe dei movimenti per i diritti civili e politici online ed un pioniere della rivoluzione della politica digitale.

Impiegato in IBM Italia, dove lavora come consulente informatico dal 1996, è stato l'organizzatore nel 2007 del primo sciopero virtuale al mondo, svoltosi in Second Life (fatto che ebbe grande risalto sui giornali di tutto il mondo, con 2000 avatar partecipanti da 17 paesi) in seguito al quale ha ottenuto importanti risultati sindacali, tra cui il ripristino del premio di risultato per 8000 lavoratori e le dimissioni dell'amministratore delegato di IBM Italia. In Italia ne hanno parlato diversi giornali.



Per aver realizzato il primo sciopero virtuale al mondo è stato premiato dal Senato Francese, ricevendo il riconoscimento di "NetXplorateur of the year 2008", a cui sono seguiti altri riconoscimenti internazionali a Barcellona, Cipro, Città del Capo e all'Università di Pavia.

Il suo attivismo digitale senza frontiere non è naturalmente piaciuto al sindacato di cui era rappresentante ( FIOM/CGIL ), sindacato che aveva immediatamente compreso il pericolo di vedersi scavalcato da una rete internazionale di dipendenti capace grazie ad internet di mettere la IBM in difficoltà molto più di quanto possano fare sindacati locali limitati al territorio.

Di conseguenza, come lui stesso scrive"per aver messo in discussione radicati equilibri politici grazie all'uso del web 2.0, venni gentilmente "accompagnato alla porta" dalla FIOM/CGIL. [...] ma ora, senza la copertura della CGIL, subisco pesanti ritorsioni aziendali e arrivo ad un passo dal licenziamento dopo 2 lettere ufficiali di richiamo e nessun tentativo di discussione da parte dell'azienda. Sono solo contro una multinazionale, nel silenzio del sindacato. Deluso e amareggiato, abbandono per sempre l'attività sindacale".


Ecco un video dello sciopero:


Per capire meglio Davide e il suo ruolo nel Movimento 5 Stelle abbiamo deciso di intervistarlo:

Pasquino - Davide, dal tuo curriculum si evince che ti sei prima avvicinato e poi allontanato dal mondo del sindacalismo e della sinistra radicale. Cosa cercavi e non hai trovato in quei movimenti, portandoti poi ad optare per il Movimento 5 Stelle?

Davide Barillari - Dal mio curriculum credo si possa notare lo spirito con il quale mi sono avvicinato in passato sia alla sinistra e al sindacato, e quali attivita' ho svolto. Mai in prima linea o cercando posizioni di potere. Esperienze che comunque tengo a precisare considero esaurite, e anche diverso tempo fa... dico esaurite, perche' avendole vissute dall'interno, mi hanno portato a riflettere sui grossi limiti che ho potuto constatare sulla mia pelle.
In rifondazione, ormai parliamo di oltre 10 anni fa, ho imparato a credere nei valori dell'uguaglianza e dell'attenzione verso le fasce deboli della popolazione...ma il progetto politico di rinnovamento, ingabbiato nella struttura gerarchica del partito e dell'ideologia, mi ha mostrato piu' volte i suoi limiti. Cosi' come nel sindacato: lotte di potere, privilegi, cariche a vita...e impermeabilità alle innovazioni e al rinnovamento. Ho provato a cambiare dall'interno, ma sono stato isolato...nonostante la prova dei risultati che stavamo ottenendo (mi riferisco al primo sciopero virtuale al mondo...sono stato premiato dal senato francese, e invece deriso qui in Italia). Tutto questo mi ha profondamente deluso, e mi ha avvicinato all'esperienza del volontariato: in questo mondo ho trascorso i miei ultimi 10 anni di attivismo. Nel volontariato aiuti gli altri senza correre per il potere personale o il protagonismo. Qui mi sono realmente identificato e ho trovato me stesso... nel commercio equo e solidale, nel consumo critico, nelle mille lotte per difendere il territorio dal cemento e dalle grandi opere. Il moVimento 5 stelle per me e' stata la naturale evoluzione di tutte le battaglie nelle quali ero impegnato in prima persona con tutti i miei amici... dalla difesa dell'ambiente, ai beni pubblici, alla giustizia e alla solidarietà. Cio' che non riuscivo a trovare in un'esperienza di partito o di sindacato, l'ho trovata qui nelle 5 stelle. Il concetto "uno vale uno" e' davvero rivoluzionario, e non avere gerarchie che decidono al posto tuo e autorizzano a dire/fare solo quello che vogliono loro, e' uno degli elementi più affascinanti e innovativi della nostra "rete di cittadini 5 stelle". Una politica dal basso senza filtri e impostazioni ideologiche.


Pasquino - Le dinamiche della spartizione del potere nei partiti sono tra le cose che il Movimento 5 Stelle combatte più duramente. In che cosa secondo te il M5S è stato diverso nel tuo caso? Come sei divenuto da semplice attivista a candidato presidente del Movimento 5 Stelle?

Davide Barillari - Il fatto che io sia candidato alla presidenza della regione e' la prova piu' evidente che una persona qualsiasi, un attivista che non ha nessuna amicizia importante, parenti illustri o contatti con politici che lo sponsorizzano... una persona che non ha cordate o "lobby" di potere che
lo sostengono e lo spingono avanti, che non ha bacini di voti a cui rispondere.... una cittadino normale che prende tutti i giorni i mezzi pubblici e gira in bicicletta, una persona come tutte le altre che ha un lavoro difficoltà ad arrivare a fine mese, puo' diventare presidente della regione. non il solito politico che fa di tutto per occupare la poltrona e sicuramente non ha problemi a pagare il mutuo a fine mese.
questa e' davvero la forza del nostro moVimento: cittadini dentro le istituzioni a fare gli interessi SOLO degli altri cittadini... non delle mafie, delle lobby, dei soliti "potenti". Mi chiedo, nei partiti tradizionali, dal PDL al PD, cosa una persona deve fare per arrivare ad essere candidato alla presidenza della regione... penso a Formigoni, alla Polverini, a Storace o a Zingaretti.
Quanti anni di spintoni e favori per fare carriera politica? Diventare aiutante di qualche politico importante sperando poi di essere tu a sostituirlo e prendere il potere al suo posto? Queste persone quanti compromessi o promesse hanno già fatto, ancora prima di essere eletti, per cercare voti e per costruirsi le amicizie "che contano"... e poi... una volta eletti, quanti favori devono restituire a chi li ha sostenuti durante la campagna elettorale? (ai costruttori, a chi hai promesso un appalto o un posto in regione, ecc.) Nel moVimento 5 stelle è completamente diverso... normali cittadini che hanno dimostrato in tanti mesi di essere attivisti impegnati e propositivi, non autocandidati ma scelti da altri attivisti per essere dei portavoce dei cittadini.
Dietro di noi non abbiamo nessun interesse di nessuna lobby da difendere. il nostro unico interesse e' per il bene collettivo di tutti.



Pasquino - Sei famoso per essere stato un pioniere della politica fatta attraverso la rete. Esperienze come lo sciopero virtuale su Second Life quale opinione ti hanno lasciato riguardo alla sua efficacia e alle prospettive per il futuro della società?

Davide Barillari - Io credo che in Italia abbiamo delle forze davvero innovative: giovani che scalpitano per creare, sviluppare, migliorare... menti che pensano al futuro e hanno proposte che ci porterebbero ai piu' alti livelli europei. Ma in Italia c'è un tappo... un senso di rassegnazione, di paura di rinnovamento, di stanchezza mentale. Perché i partiti e la politica hanno bloccato o rallentato tutto cio' che significa cambiamento: grossi interessi nel lasciare le cose come stanno (costruiamo grandi opere anche se inutili per riempire le tasche dei soliti noti, lasciamo la sanita' in mano ai privati cosi' guadagnano ancora di più, affossiamo la cultura e la scuola per lasciare i giovani nell'ignoranza, ecc).
La rete è uno dei mezzi per rompere questo assurdo meccanismo: la rete è trasparenza, informazione, partecipazione. La rete sta facendo crollare il muro di menzogne che ha messo in piedi tutto il sistema che vuole conservare se stesso.
La rete è stato il mezzo per lanciare lo sciopero virtuale che nel 2007 ho contribuito ad organizzare.
Questo era un evento completamente fuori dalla logica sindacale: iniziative tradizionali (scioperi, volantinaggi, assemblee) non avevano condotto a nulla. Ma avevamo trovato il punto debole della multinazionale: l'immagine.
E su questo abbiamo colpito, tramite la rete, creando un'iniziativa mediatica che poteva mettere in discussione la strategia dell'azienda. Infatti questa azienda aveva deciso unilateralmente di togliere il premio di risultato, con una perdita economica significativa per tutti i lavoratori italiani. Usare la rete era un'idea nuova, incontenibile: in particolare usare secondlife, luogo virtuale dove all'epoca l'azienda stava investendo milioni di dollari per rilanciare la propria immagine.
Un nuovo terreno di scontro, dove avevamo gli stessi mezzi e potevamo scendere sullo stesso piano.
Una battaglia combattutta con nuove regole e su un nuovo terreno, dove i lavoratori erano allo stesso livello dei manager.
E qui abbiamo vinto: abbiamo esteso la lotta oltre i confini nazionali, facendo rete e parlando di un problema italiano diventato un problema di tutti i lavoratori del mondo... risultato: oltre 2000 avatar provenienti da decine di paesi hanno partecipato allo sciopero virtuale a staffetta, portando i problemi all'attenzione di tutti i giornali internazionali.
Dal virtuale al reale: l'amministratore delegato dopo venti giorni si è dimesso e i lavoratori hanno ottenuto il premio di risultato e il contratto integrativo aziendale, che tante lotte "tradizionali" non erano riuscite ad ottenere. Su internet trovate tanti dettagli e dei video di quello che abbiamo fatto, aprendo la strada a iniziative di lotta via internet.
Ho raccontato questa esperienza in diverse universita' e in tanti incontri internazionali. Siamo stati un esempio... di come una buona idea, nata dal basso, autoorganizzata e praticamente a costo zero, può mettere in rete tante persone... e grazie all'intelligenza collettiva, possiamo piegare una ricca e potente multinazionale.
Questa è una prova di come anche la politica può essere piegata in basso, può tornare in mano ai cittadini. Noi conosciamo i problemi perché come precari, come pendolari, come vittime della malasanità, viviamo sulla nostra pelle tutti i mali del nostro paese. E noi abbiamo le soluzioni e le idee per andare oltre. Il futuro è nostro, e ce lo stiamo riprendendo dalle mani dei politici affaristi e dalle lobby che stanno bloccando ogni sviluppo.

Pasquino - Uno dei punti del programma del Movimento 5 Stelle è l'accesso ad internet come diritto inalienabile di ogni cittadino, in quanto necessario per la sua partecipazione democratica alla gestione e alle decisioni collettive che riguardano la cosa pubblica. Se sarai eletto, quale priorità darai a questo punto?

Davide Barillari - Il nostro programma, al quale lavoriamo da molti mesi tramite tavoli di lavoro aperti a tutti i cittadini, fra pochissimo sarà lanciato in rete. In modo che ogni persona possa leggerlo, rileggerlo e mandarci commenti e suggerimenti. Un work in progress senza fine, anche dopo le
elezioni. Un programma aperto e dinamico, al quale tutti e dico davvero TUTTI possono contribuire. Questa e' una grandissima differenza con i programmi "a scatola chiusa" dei partiti tradizionali.
L'accesso ad internet per il moVimento 5 stelle è un bene comune, un diritto da difendere ed estendere.
Purtroppo la nostra regione è vittima di ciò che le giunte precedenti hanno fatto... un buco nella sanità di oltre 12 miliardi di euro. Grazie a Storace, "mister debito", ma anche Marrazzo e Polverini. Qui spenderemo tutte le nostre forze, per ricostruire la governance sanitaria fondata sulla trasparenza, sull'onestà e sul diritto a curarsi che deve essere gratuito e pubblico. I trasporti e l'ambiente sono priorità ancora più importanti: siamo di fronte ad emergenze ambientali enormi, che affronteremo dal primo giorno. Questo per dirti che internet rientra nel nostro programma e sara' un mezzo fondamentale per portare verità e trasparenza.
Utilizzeremo internet per aprire le porte della regione... l'obiettivo è dare a tutti i cittadini gli strumenti per partecipare direttamente alla vita pubblica, sia mostrando cosa succede nelle stanze del potere (fino ad oggi chiuse e impermeabili all'informazione) e sia per attivare canali diretti per far si che ogni persona possa indirizzare direttamente le scelte del consiglio regionale.

Pasquino - Insieme ad altri sei responsabile dei server Liquid Feedback che consentono la Democrazia Diretta all'interno del movimento 5 stelle per il Lazio. Se sarai eletto, nel prendere le decisioni consulterai quando tecnicamente possibile la volontà dei cittadini tramite Liquid Feedback? Ed agirai sempre in accordo con il voto espresso dai cittadini in tal modo anche se questo dovesse essere diverso dalla tua opinione? Oppure sceglierai di dimetterti dal ruolo per non votare qualcosa in contrasto con la tua coscienza?

Davide Barillari - Sono stato uno dei promotori del progetto democrazia liquida all'interno del moVimento 5 stelle, perche' ritengo che ogni persona abbia il diritto e il dovere di partecipare direttamente ad ogni scelta che lo possa riguardare. Non più delegare dei nostri rappresentanti che una volta eletti, per 5 anni, fanno ciò che vogliono. La partecipazione diretta dei cittadini permette non solo di controllare i nostri "dipendenti" nelle istituzioni, ma anche di indirizzarli costantemente sui problemi reali. Stiamo lavorando per attivare strumenti di democrazia diretta che permettano tutto questo. Noi siamo portavoce e saranno i cittadini a decidere sul nostro operato in regione.
Liquid Feedback è uno degli strumenti di democrazia liquida che ci permetterà di lavorare a strettissimo contatto con le idee e le proposte dei cittadini laziali. Ogni portavoce del moVimento 5 Stelle prima delle elezioni sottoscriverà un codice etico, che garantirà che ogni decisione o votazione che prenderà in consiglio regionale sara' solo negli interessi dei cittadini. Parteciperemo ad assemblee periodiche aperte a tutti i cittadini nelle quali spiegheremo cosa abbiamo fatto e cosa non abbiamo fatto: solo con la fiducia dei cittadini, valutata ogni anno, continueremo a lavorare. Essendo un portavoce, se non avrò la fiducia dei cittadini o avrò evidenziato comportamenti scorretti o che non corrispondono a quanto deciso dai cittadini, sarò pronto a dimettermi.

Pasquino - Le pressioni su un politico possono essere davvero forti, e spezzare anche le schiene più diritte. Il Movimento 5 Stelle dichiara di voler combattere il rischio di corruzioni e minacce nei confronti dei politici eletti adottando una politica di totale trasparenza. Se sarai eletto, quali strumenti pensi di utilizzare per documentare ai cittadini la tua attività politica quotidiana e per fornirgli informazioni che non siano distorte dai media? E quali meccanismi di garanzia pensi di mettere a disposizione del cittadino per assicurare l'affidabilità di quelle informazioni?

Davide Barillari - Utilizzeremo tutta la potenza della rete per raccontare quello che facciamo e raccogliere indicazioni e suggerimenti su come andare avanti, sulle tante questioni che affronteremo. Dai blog, ai forum di discussione, a youtube, agli strumenti di democrazia liquida... la rete sarà inondata da informazioni che documenteranno tutti gli scandali, gli appalti, le fatture e gli intrallazzi che non verranno più tollerati. Costruiremo fin dal primo giorno una cultura di legalità, giustizia e trasparenza. La rete non ha i filtri dei giornali e delle televisioni, quindi sarà il nostro strumento di informazione. Ma non solo: parteciperemo ad incontri con i cittadini, continueremo a lavorare dal basso dei tanti gruppi e nei meetup che sono presenti in ogni municipio di roma e in ogni citta' della provincia. La rete, ma non solo quindi. Ogni cittadino, tramite il gruppo che lavora sul territorio e che fa riunioni settimanali, potra' sapere direttamente cosa stiamo facendo in regione e farci avere ogni idea o suggerimento.

Pasquino - Infine, pensi che un giorno vedremo il Parlamento odierno chiuso e sostituito dal Parlamento Elettronico di tutti i Cittadini Italiani? O pensi che la Democrazia Diretta sia un obiettivo troppo utopistico per il sistema politico italiano, e che si dovrà scendere comunque a compromessi con le forze della partitocrazia?

Davide Barillari - Stiamo iniziando a percorrere i primi passi in questa direzione. La democrazia diretta non e' un obiettivo utopistico: il potere deve tornare in mano ad ogni singolo cittadino, che potrà decidere del proprio futuro e poter scegliere in prima persona. La strada è lunga e non sappiamo quando e come ci arriveremo.
Però siamo certi che la cittadinanza attiva puo' contribuire direttamente a costruire il futuro di questo paese. L'intelligenza collettiva ha la soluzione ai problemi più grandi che ci affliggono. I partiti non rappresentano piu' nessuno, perche' in tutti questi anni si sono troppo legati al mondo finanziario, economico e speculativo....solo i cittadini possono riprendere in mano tutta la politica, quella vera... e cambiare tutto, per sempre.

Pasquino - Grazie Davide, e auguri.